Cenni Storici

Le origini della lavorazione delle cosce dei suini nell’area di produzione risale almeno al XVII secolo, come testimonia uno scritto del 1618 in cui si fa riferimento al lavoro dei norcini piemontesi.
I giorni della mattanza del maiale, che si teneva verso la fine dell’inverno, erano giorni di festa durante i quali le famiglie contadine seguivano un rituale quasi “sacro” tramandato di generazione in generazione; il tutto sotto la direzione del “sautissé”, cioè l’esperto della lavorazione delle carni, che passava di cascina in cascina per “lavorare” i suini. Le cosce migliori venivano sezionate dalla carcassa del maiale per essere poste in salagione e avviate alla stagionatura nelle cantine o nei granai delle cascine e ottenerne, per l’anno successivo, degli eccellenti prosciutti. I prodotti ottenuti, tra cui i prosciutti, rappresentarono una fonte alimentare insostituibile, sia per l’apporto proteico e sia per quello calorico.
Dopo la seconda metà del XIX secolo, il prosciutto della pianura cuneese assunse maggiore importanza: la nuova borghesia, nata dallo sviluppo dell’industria e del commercio, elevò il prosciutto e la sua lavorazione a vera e propria arte culinaria; i cuochi iniziarono ad abbinare al prosciutto vini e formaggi pregiati. La nobiltà ed il clero, legati alla tradizione, esigevano ricette personalizzate dai “maestri salumieri” fondatori dei primi salumifici artigianali. Una realtà, oggi costituita da numerosi trasformatori con piccoli stabilimenti di macellazione e stagionatura sparsi sul territorio e da migliaia di allevatori.

Ricette antiche

L’Italia è un paese dalle caratteristiche climatiche eccezionali ed il Piemonte ne è un esempio. Con i suoi inverni freddi e le sue estati asciutte, attraversato da quelle vie transalpine sulle quali transitava il conservante piú antico del mondo, il sale, e grazie alla particolarità della carne e del grasso dei suoi maiali pesanti è diventato nel tempo territorio d’eccellenza nel fornire sulle nostre tavole specialità di alta salumeria. Alcune di queste ricette si sono tramandate nel tempo e da artigianali sono diventate vere produzioni industriali.

I norcini della Carni Dock, sempre fedeli alla tradizione artigiana, hanno voluto andare a recuperare proprio quelle preparazioni tradizionali che l’industria della salumeria aveva abbandonato, dimenticato nel tempo. Ricette fatte di ricordi, quando i nonni nelle notti di autunno salavano la carne di maiale. Ricette ricche di profumi di vino (che arrivava dai vitigni delle vicine Langhe) e di spezie giunte d’oltralpe. Ricette fatte di sorrisi di contadini che durante l’anno, a fine giornata, con il viso spaccato dal sole o con le mani gonfie dal freddo, seduti al tavolo affettavano felici il prodotto della loro stagionatura.

Nelle specialità Gran Dock la Salumeria, assaporando ogni fetta, chiudendo gli occhi, sembrerà almeno per un attimo che il tempo si sia fermato. Il sapore è rimasto quello delle antiche specialità artigiane del nostro Piemonte.

Musica in tavola​

Lo spot del Prosciutto Crudo di Cuneo Dop Gran Dock riassume in pochi secondi l’essenza di questo straordinario prodotto. Il contesto naturale è fondamentale per capire l’importanza delle temperature, delle escursioni termiche, delle brezze di montagna, ma anche dei profumi delicati che avvolgono lo stabilimento produttivo di Lagnasco (CN). Le note del violino cantano la vocazione musicale del Marchesato e gli affreschi settecenteschi del monumentale Castello Tapparelli d’Azeglio narrano la nobile storia e la bellezza dell’arte di questo territorio. Infine, i dettagli sulla lavorazione esclusivamente manuale del prodotto lasciano allo spettatore il desiderio di assaporare tale bontà.

Stagionatura minima 24 mesi.

Riproduci video

Fasi di lavorazione

In vaschetta

Nel 2021 Carni Dock lancia sul mercato il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop in vaschetta: si tratta di una novità assoluta nel panorama della salumeria italiana. Le fette vengono posate a mano, una ad una dagli operatori e conservano tutta la morbidezza e la freschezza del prosciutto appena affettato. 90 grammi di delicatezza pronti al consumo.

Premio Accademia Italiana della Cucina

Nel luglio 2021, presso il Ristorante Borgo Sant’Anna di Monforte (CN) dello chef Pasquale Laera (1 Michelin Star), Carni Dock ha ricevuto il prestigioso premio “Dino Villani” 2021 per il prodotto artigianale eccellente Prosciutto Crudo di Cuneo Dop.

L’Accademia Italiana della Cucina ha lo scopo di tutelare le tradizioni della cucina italiana, di cui promuove e favorisce il miglioramento in Italia e all’estero. Attraverso il suo Centro Studi, le sue Delegazioni e Legazioni in Italia e nel mondo, l’Accademia opera affinché siano promosse iniziative idonee a diffondere una migliore conoscenza dei valori tradizionali della cucina italiana, che costituiscono la base per ogni concreta innovazione. Dal 2003 l’Accademia Italiana della Cucina è Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, riconosciuta dal Ministero per le Attività e i Beni culturali.

Carni Dock si colloca quindi tra le eccellenze della cucina italiana. A consegnare la pergamena, a nome dell’Accademia, è stato il delegato territoriale Ferruccio Franza.

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